La storia della Galleria degli Uffizi
Pochi sanno che il monumentale complesso degli Uffizi non fu creato per essere un museo. E’ proprio il suo nome che ne spiega la destinazione originaria: fu infatti ordinato nel 1560 da Cosimo I de’ Medici, primo Granduca di Toscana, per accogliere gli “uffizi”, cioè gli uffici amministrativi e giudiziari di Firenze. Alla data dell’inizio della costruzione, l’egemonia dei Medici era ormai consolidata e il loro potere si accentrava, anche materialmente, fra le mura del palazzo.
Cosimo incaricò dell’impresa il suo artista di fiducia, Giorgio Vasari, che progettò l’edificio dalla forma ad U così come possiamo ammirarlo ancora oggi, con il portico a colonne doriche e l’aspetto insieme elegante e severo, fondato “in sul fiume e quasi in aria”. Il grande architetto costruì anche il Corridoio, che da lui prende il nome, che unisce, attraverso gli Uffizi, Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti, passando su Ponte Vecchio e attraversando la chiesa di Santa Felicita e numerosi edifici adiacenti prima di sbucare nel Giardino di Boboli. Il “Corridoio Vasariano” fu costruito nel 1565 in occasione del matrimonio del figlio di Cosimo, Francesco, con Giovanna d’Austria, in modo da mettere in comunicazione attraverso un percorso privato gli appartamenti granducali situati nel Palazzo della Signoria con quelli che si andavano preparando nel Palazzo Pitti, nuova residenza della famiglia Medici, acquistato nel 1549 dalla duchessa Eleonora di Toledo, consorte di Cosimo.
Per costruire gli Uffizi e creare spazio per l’imponente edificio, furono demolite molte costruzioni che si trovavano sulla riva destra dell’Arno, a monte del Ponte Vecchio. Qui era sorto infatti già in epoca romana un quartiere portuale – il fiume era navigabile – che prendeva il nome da un locale, popolare e malfamato: la taverna di Baldracca. La costruzione dell’edificio delle Magistrature, come all’inizio era denominato, servì anche a dare un volto nuovo a questo lembo di città. Dal lato di Piazza Signoria l’antica chiesa romanica di San Pier Scheraggio, luogo dove i primi fiorentini del libero Comune si radunavano nel ‘200, non venne abbattuta, bensì inglobata nella nuova muratura vasariana, mantenendo la sua funzione sacra fino al ‘700. Si possono ancora oggi notare i resti dell’antica chiesa lungo Via della Ninna, a lato di Palazzo Vecchio, riportati in luce durante i restauri nel 1971, e la navata centrale, rimasta pressoché intatta, dove sono conservati i celebri affreschi staccati di Andrea del Castagno con il ciclo degli Uomini e Donne Illustri, e un altro famoso affresco di Sandro Botticelli con l’Annunciazione.
Gli Uffizi furono completati dopo la morte di Vasari (1574) e di Cosimo I da un altro grande architetto, Bernardo Buontalenti, e da un altro granduca, il colto e raffinato Francesco I de’ Medici. Si deve a lui la creazione della Galleria, allestita nel 1581 al secondo piano dell’edificio. Cuore del museo fu la ottagonale sala della Tribuna, strepitosa invenzione del genio del Buontalenti completata nel 1584, rappresentazione alchemica dei Quattro Elementi, scrigno meraviglioso delle opere più preziose.
Le collezioni da quel momento si sarebbero ampliate sempre più, arricchite continuamente con nuove acquisizioni da tutti i membri della dinastia. Oltre alle opere d’arte antiche e moderne furono accumulate gemme, armi e perfino strumenti scientifici, fra i quali quelli appartenuti a Galileo Galilei, conservati con reverenza nell’apposito Camerino delle Matematiche.
Tutto questo enorme patrimonio avrebbe potuto andare disperso alla metà del XVIII secolo, quando si estinse il ramo principale dei Medici. Ma l’ultima discendente diretta dell’antica stirpe dei grandi banchieri fiorentini, Anna Maria Luisa de’ Medici, impose al nuovo granduca designato dalle potenze europee il famoso Patto di Famiglia, col quale nel 1737 legava per sempre l’eredità medicea a Firenze “per l’ornamento dello Stato, per l’utilità del pubblico e per attirare la curiosità dei forestieri”, corredando il documento con l’inventario completo e minuzioso di tutte le collezioni.
La Galleria fu aperta al pubblico nel 1789 dal granduca Pietro Leopoldo, il più illuminato ed importante membro della casa austriaca degli Asburgo-Lorena, nuova dinastia alle redini del Granducato di Toscana fino all’unificazione d’Italia. A partire dal 1769 la Galleria fu riorganizzata completamente secondo i nuovi criteri di catalogazione sistematica dell’Illuminismo e le raccolte furono divise per tipologia e destinate a sedi specifiche: per quelle scientifiche venne addirittura creato il nuovo Museo di Fisica e Scienze Naturali, conosciuto come la Specola.
Durante il XIX secolo molte opere di scultura rinascimentale, per le quali i corridoi della Galleria prendevano il nome di Galleria delle Statue, furono spostate al Museo Nazionale del Bargello ed alcuni pezzi etruschi collocati al Museo Archeologico. Infine con il XX secolo la pinacoteca si è arricchita di molte opere provenienti dai patrimoni di chiese e conventi, oltre che da donazioni e acquisti.
Grazie a questa lunga e appassionante storia gli Uffizi sono diventati uno dei musei più famosi e visitati del mondo.
L’attenzione oggi è rivolta al progetto futuro di una nuova uscita per la Galleria, progettata dall’architetto Arata Isozaki. L’ambizioso progetto cercherà di conciliare l’antico con il moderno, nel rispetto della storia e del prestigio di uno degli edifici più importanti del mondo. Contemporaneamente sono stati avviati i lavori di ampliamento della Galleria con l’acquisizione delle sale del primo piano, cosa che permetterà l’esposizione di molte opere prima non visibili.