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Sala 2 – Il Duecento e Giotto

Hall 2 with Majesties

La sala del Duecento e di Giotto fu allestita durante il riordinamento museale degli anni Cinquanta del Novecento. Le grandi fessure nella parete d’ingresso sono stata create per poter spostare le grandi opere lì presenti in caso di restauro o necessità.

La copertura a capriate del soffitto, simile a quella di molte chiese antiche, ci introduce idealmente all’arte sacra medievale. La sala conserva incredibili capolavori, importantissimi per capire l’evoluzione dell’arte nel corso dei secoli. Molte sono le opere ascrivibili all’antica “maniera bizantina”, con i suoi schematismi figurativi, la sua ieraticità e la sua bidimensionalità.

Tra le opere di maggiore rilievo si possono ammirare e comparare le Maestà di tre grandi protagonisti della vicenda artistica toscana del Medioevo: Cimabue, Duccio di Buoninsegna e Giotto.

Il tema della Maestà, o Madonna in trono con Bambino ed angeli, è uno dei più diffusi nelle opere d’arte medievali.

La sala, grazie alla stessa collocazione delle opere, mette quasi a confronto i tre artisti: sulla sinistra Duccio di Buoninsegna con la Madonna Rucellai dipinta intorno al 1285, a destra Cimabue con la Madonna di Santa Trinita dipinta tra il 1280 e il 1290, e al centro Giotto con la splendida Madonna di Ognissanti dipinta intorno al 1310.

Queste tre grandiose pale lignee ci illuminano sulle vicende dell’arte italiana di fine Duecento inizi Trecento. Le Maestà del senese Duccio di Boninsegna e del fiorentino Cimabue sono opere pregevoli ma ancora legate all’estetica bizantina e ancora rigide e stereotipate. La vera innovazione è da trovare nella Maestà di Giotto, in cui i volumi dei corpi appaiono più solidi, così come le espressioni dei visi più umane e la resa dello spazio più credibile.

Con Giotto si avvia quella vera e propria rivoluzione in ambito figurativo che porterà molto più tardi al Rinascimento.

La sala è stata completamente restaurata e rinnovata come parte del progetto “New Uffizi”, con riapertura nella primavera 2015.